MET Tirana Building

La configurazione architettonica dell’edificio trasforma i limiti rappresentati dalla restrittività dei vincoli urbanistici, nell’opportunità di sperimentare l’architettura “scavata”, in cui la morfologia ellittica viene plasmata attraverso un gioco di terrazze a spirale. L’articolazione volumetrica unita a un disegno della facciata, scandito dalla variazione di moduli opachi e trasparenti e un attacco a terra completamente vetrato, conferiscono all’edificio eleganza e leggerezza. L’immagine evocativa è la città di Berat, la “città bianca dalle 1000 finestre”.

La configurazione architettonica dell’edificio trasforma i limiti rappresentati dalla restrittività dei vincoli urbanistici, nell’opportunità di sperimentare l’architettura “scavata”, in cui la morfologia ellittica viene plasmata attraverso un gioco di terrazze a spirale. L’articolazione volumetrica unita a un disegno della facciata, scandito dalla variazione di moduli opachi e trasparenti e un attacco a terra completamente vetrato, conferiscono all’edificio eleganza e leggerezza. L’immagine evocativa è la città di Berat, la “città bianca dalle 1000 finestre”.

Nel procedere verso i piani superiori l’edificio si alleggerisce per sottrazione di volumetria; all’ultimo piano la quasi totalità della pianta ellittica risulta scavata. Questo sviluppo dell’edificio consente, nei piani superiori destinati alle residenze, la creazione di grandi terrazze, impreziosite da vasche di alberature e arbusti. Le grandi vetrate degli alloggi verso le terrazze permettono un elevato apporto di luce naturale e scorci verso l’esterno. La vegetazione che “abita” l’edificio è pensata con specie climaticamente adattive, che fanno dell’architettura un vero e proprio albero che muta l’aspetto seguendo la scansione stagionale. L’esito è un’architettura che acquisisce definizione nel gioco di volumi, matericità nella scansione delle superfici e qualità ambientale grazie alle terrazze alberate, ponendosi come elemento di rigenerazione urbana in continuità con il Bulevardi.

Nel procedere verso i piani superiori l’edificio si alleggerisce per sottrazione di volumetria; all’ultimo piano la quasi totalità della pianta ellittica risulta scavata. Questo sviluppo dell’edificio consente, nei piani superiori destinati alle residenze, la creazione di grandi terrazze, impreziosite da vasche di alberature e arbusti. Le grandi vetrate degli alloggi verso le terrazze permettono un elevato apporto di luce naturale e scorci verso l’esterno. La vegetazione che “abita” l’edificio è pensata con specie climaticamente adattive, che fanno dell’architettura un vero e proprio albero che muta l’aspetto seguendo la scansione stagionale. L’esito è un’architettura che acquisisce definizione nel gioco di volumi, matericità nella scansione delle superfici e qualità ambientale grazie alle terrazze alberate, ponendosi come elemento di rigenerazione urbana in continuità con il Bulevardi.

Quale esito dell’articolazione architettonica, le terrazze dei piani superiori acquistano ampiezza e spazialità alle quote più alte delle residenze. In queste aree il progetto del verde mira a creare spazi di vita sempre diversi, secondo tre differenti articolazioni: planters di diverse altezze, nastro verde, stanze immerse nel verde.

Quale esito dell’articolazione architettonica, le terrazze dei piani superiori acquistano ampiezza e spazialità alle quote più alte delle residenze. In queste aree il progetto del verde mira a creare spazi di vita sempre diversi, secondo tre differenti articolazioni: planters di diverse altezze, nastro verde, stanze immerse nel verde.