Museo d’Arte Fondazione Luigi Rovati

L’edificio si trasforma in un viaggio nel tempo

Arte e architettura tra forma e materia, tra città e civiltà

La storia di un edificio è importante: le sue stratificazioni date dal tempo, le sue modifiche, le sue architetture, riflettono la cultura e le vicissitudini delle famiglie che lo hanno abitato e il contesto. Nel cuore di Milano, Mario Cucinella Architects ha sviluppato un progetto di recupero architettonico di un edificio dell’800, del suo ampliamento e annessione di aree da adibire a funzione museale. Inoltre, lo studio, si è occupato della progettazione degli interni, degli allestimenti e della Direzione Artistica generale.

Un luogo aperto alla città

Il progetto nasce dalla volontà della Fondazione Luigi Rovati di creare uno spazio museale all’interno dello storico palazzo ottocentesco Bocconi-Rizzoli-Carraro, un centro di sperimentazione e ricerca destinato anche a ospitare diverse funzioni e un’importante collezione di reperti etruschi.

Viene sviluppato su queste basi un progetto non convenzionale, in cui i riferimenti alle suggestive tombe etrusche di Cerveteri sono tesi a rievocare il rapporto vivo con l’aldilà proprio della civiltà etrusca, in un’architettura ipogea, che si estende anche al di sotto del giardino del Palazzo, caratterizzata da tre grandi cupole che generano un’atmosfera mistica e sospesa.

Un luogo aperto alla città

Il progetto nasce dalla volontà della Fondazione Luigi Rovati di creare uno spazio museale all’interno dello storico palazzo ottocentesco Bocconi-Rizzoli-Carraro, un centro di sperimentazione e ricerca destinato anche a ospitare diverse funzioni e un’importante collezione di reperti etruschi.

Viene sviluppato su queste basi un progetto non convenzionale, in cui i riferimenti alle suggestive tombe etrusche di Cerveteri sono tesi a rievocare il rapporto vivo con l’aldilà proprio della civiltà etrusca, in un’architettura ipogea, che si estende anche al di sotto del giardino del Palazzo, caratterizzata da tre grandi cupole che generano un’atmosfera mistica e sospesa.

Un luogo aperto alla città

Il progetto nasce dalla volontà della Fondazione Luigi Rovati di creare uno spazio museale all’interno dello storico palazzo ottocentesco Bocconi-Rizzoli-Carraro, un centro di sperimentazione e ricerca destinato anche a ospitare diverse funzioni e un’importante collezione di reperti etruschi.

Viene sviluppato su queste basi un progetto non convenzionale, in cui i riferimenti alle suggestive tombe etrusche di Cerveteri sono tesi a rievocare il rapporto vivo con l’aldilà proprio della civiltà etrusca, in un’architettura ipogea, che si estende anche al di sotto del giardino del Palazzo, caratterizzata da tre grandi cupole che generano un’atmosfera mistica e sospesa.

Un luogo aperto alla città

Un luogo aperto alla città

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Spazi interni

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Spazi interni

L’esperienza

Un percorso che fa uso di effetti chiaroscurali, resi possibili dai grandi conci di pietra forte fiorentina brillante di quarzo, e costellato dai vasi che sembrano fluttuare nello spazio, retti a mezz’aria su piani sospesi, quasi invisibili all’interno di grandi teche trasparenti.

Da questo luogo suggestivo si riemerge all’interno dell’architettura ottocentesca del palazzo.
I piani superiori dell’edificio sono stati studiati per ospitare le funzioni connesse all’attività museale, come la biblioteca, la sala conferenze, gli spazi per esposizioni temporanee e il ristorante all’ultimo piano.
Al piano terra, una grande hall d’ingresso accoglie il visitatore con una libreria, connettendo il bistrot con il giardino interno.

L’idea che sostiene il progetto è quella di fare del museo un luogo aperto alla città, in cui il visitatore, come un ospite di un semplice ma raffinato salotto cittadino, possa sostare, chiacchierare e incuriosirsi.

L’esperienza

Un percorso che fa uso di effetti chiaroscurali, resi possibili dai grandi conci di pietra forte fiorentina brillante di quarzo, e costellato dai vasi che sembrano fluttuare nello spazio, retti a mezz’aria su piani sospesi, quasi invisibili all’interno di grandi teche trasparenti.

Da questo luogo suggestivo si riemerge all’interno dell’architettura ottocentesca del palazzo.
I piani superiori dell’edificio sono stati studiati per ospitare le funzioni connesse all’attività museale, come la biblioteca, la sala conferenze, gli spazi per esposizioni temporanee e il ristorante all’ultimo piano.
Al piano terra, una grande hall d’ingresso accoglie il visitatore con una libreria, connettendo il bistrot con il giardino interno.

L’idea che sostiene il progetto è quella di fare del museo un luogo aperto alla città, in cui il visitatore, come un ospite di un semplice ma raffinato salotto cittadino, possa sostare, chiacchierare e incuriosirsi.

L’esperienza

Un percorso che fa uso di effetti chiaroscurali, resi possibili dai grandi conci di pietra forte fiorentina brillante di quarzo, e costellato dai vasi che sembrano fluttuare nello spazio, retti a mezz’aria su piani sospesi, quasi invisibili all’interno di grandi teche trasparenti.

Da questo luogo suggestivo si riemerge all’interno dell’architettura ottocentesca del palazzo.
I piani superiori dell’edificio sono stati studiati per ospitare le funzioni connesse all’attività museale, come la biblioteca, la sala conferenze, gli spazi per esposizioni temporanee e il ristorante all’ultimo piano.
Al piano terra, una grande hall d’ingresso accoglie il visitatore con una libreria, connettendo il bistrot con il giardino interno.

L’idea che sostiene il progetto è quella di fare del museo un luogo aperto alla città, in cui il visitatore, come un ospite di un semplice ma raffinato salotto cittadino, possa sostare, chiacchierare e incuriosirsi.

L’esperienza

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Spazi interni

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Spazi interni

©Duccio Malagamba
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Spazi interni

“È grazie allo straordinario lavoro ed entusiasmo della Presidente della Fondazione, Giovanna Forlanelli, che questo importante intervento, che contribuisce all’offerta culturale della città di Milano, si è potuto realizzare. Non solo museo, ma produzione di nuove visioni culturali e un impegno sociale di straordinaria rilevanza per il nostro tempo, grazie al contributo strategico del prof. Mario Abis”

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Spazi interni

Lo spazio ipogeo

Dedicato alla collezione etrusca, vi si accede dall’ingresso principale. Attraverso una scala intagliata nella pietra forte fiorentina, materiale estratto dalle cave tosco-emiliane, si arriva allo spazio espositivo composto da tre sale circolari e una grande ellittica. Questo spazio in penombra è avvolto da 30.000 conci di pietra che, disegnati uno ad uno e sapientemente costruiti e montati, avvolgono il tutto in maniera continua.

La pietra forte fiorentina utilizzata racconta di una materia estratta da profonde cave di Firenzuola; ne risulta un ambiente scavato sottratto proprio come nelle cave. Le rigature orizzontali delle pietre, dovute alla dimensione del concio di 5 centimetri di spessore e un metro di lunghezza e distanziate di 5 millimetri tra loro, creano un effetto di sospensione di questa imponente massa che contrasta con i puntini lucenti dovuti alla presenza di scagliette di Mica nella miscela della pietra.

Lo spazio ipogeo

Dedicato alla collezione etrusca, vi si accede dall’ingresso principale. Attraverso una scala intagliata nella pietra forte fiorentina, materiale estratto dalle cave tosco-emiliane, si arriva allo spazio espositivo composto da tre sale circolari e una grande ellittica. Questo spazio in penombra è avvolto da 30.000 conci di pietra che, disegnati uno ad uno e sapientemente costruiti e montati, avvolgono il tutto in maniera continua.

La pietra forte fiorentina utilizzata racconta di una materia estratta da profonde cave di Firenzuola; ne risulta un ambiente scavato sottratto proprio come nelle cave. Le rigature orizzontali delle pietre, dovute alla dimensione del concio di 5 centimetri di spessore e un metro di lunghezza e distanziate di 5 millimetri tra loro, creano un effetto di sospensione di questa imponente massa che contrasta con i puntini lucenti dovuti alla presenza di scagliette di Mica nella miscela della pietra.

Lo spazio ipogeo

Dedicato alla collezione etrusca, vi si accede dall’ingresso principale. Attraverso una scala intagliata nella pietra forte fiorentina, materiale estratto dalle cave tosco-emiliane, si arriva allo spazio espositivo composto da tre sale circolari e una grande ellittica. Questo spazio in penombra è avvolto da 30.000 conci di pietra che, disegnati uno ad uno e sapientemente costruiti e montati, avvolgono il tutto in maniera continua.

La pietra forte fiorentina utilizzata racconta di una materia estratta da profonde cave di Firenzuola; ne risulta un ambiente scavato sottratto proprio come nelle cave. Le rigature orizzontali delle pietre, dovute alla dimensione del concio di 5 centimetri di spessore e un metro di lunghezza e distanziate di 5 millimetri tra loro, creano un effetto di sospensione di questa imponente massa che contrasta con i puntini lucenti dovuti alla presenza di scagliette di Mica nella miscela della pietra.

Lo spazio ipogeo

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Spazi interni

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Spazi interni

©Giovanni De Sandre
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Spazi interni

Il progetto di allestimento

Così come in tutta l’architettura dell’edificio, nel progetto di allestimento ciascun elemento è concepito e disegnato nel dettaglio sia per diventare parte integrante della narrazione sia per generare una fruizione immersiva dei contenuti espositivi, attraverso una commistione tra storia, archeologia, design, architettura e tecnologia digitale.
Un percorso espositivo in cui il visitatore può immergersi sotto le tre cupole, scoprire i reperti custoditi dentro grandi teche (realizzate con un vetro prodotto e studiato ad hoc per eliminare qualsiasi effetto riflettente), muoversi verso l’area ellissoidale, o ancora spostarsi per conoscere nuove narrazioni nelle altre sale.

La stessa attenzione è stata dedicata allo studio del sistema di illuminazione, garantendo estremo confort nella fruizione degli elementi dell’esposizione.

Il progetto di allestimento

Così come in tutta l’architettura dell’edificio, nel progetto di allestimento ciascun elemento è concepito e disegnato nel dettaglio sia per diventare parte integrante della narrazione sia per generare una fruizione immersiva dei contenuti espositivi, attraverso una commistione tra storia, archeologia, design, architettura e tecnologia digitale.
Un percorso espositivo in cui il visitatore può immergersi sotto le tre cupole, scoprire i reperti custoditi dentro grandi teche (realizzate con un vetro prodotto e studiato ad hoc per eliminare qualsiasi effetto riflettente), muoversi verso l’area ellissoidale, o ancora spostarsi per conoscere nuove narrazioni nelle altre sale.

La stessa attenzione è stata dedicata allo studio del sistema di illuminazione, garantendo estremo confort nella fruizione degli elementi dell’esposizione.

Il progetto di allestimento

Così come in tutta l’architettura dell’edificio, nel progetto di allestimento ciascun elemento è concepito e disegnato nel dettaglio sia per diventare parte integrante della narrazione sia per generare una fruizione immersiva dei contenuti espositivi, attraverso una commistione tra storia, archeologia, design, architettura e tecnologia digitale.
Un percorso espositivo in cui il visitatore può immergersi sotto le tre cupole, scoprire i reperti custoditi dentro grandi teche (realizzate con un vetro prodotto e studiato ad hoc per eliminare qualsiasi effetto riflettente), muoversi verso l’area ellissoidale, o ancora spostarsi per conoscere nuove narrazioni nelle altre sale.

La stessa attenzione è stata dedicata allo studio del sistema di illuminazione, garantendo estremo confort nella fruizione degli elementi dell’esposizione.

Il progetto di allestimento

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Spazi interni

Le tombe etrusche di Cerveteri costituiscono un riferimento culturale e formale per il progetto del museo
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Guerriero; statua votiva; Il periodo arcaico etrusco, tardo VI-inizio V sec a.C.; bronzo, della collezione Enrico Cernuschi
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Urna Spirale; VII a.C.; decorazione rosso chiaro su fond scuro; ceramica
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Spazi interni

Il progetto bioclimatico

Il progetto bioclimatico

Il progetto bioclimatico

Il progetto bioclimatico

Il progetto bioclimatico

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Spazi interni

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Spazi interni

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Cliente
Fondazione Luigi Rovati
Luogo
Milano, Italia
Anno
2022
Tipologia
Culturale
Categoria
Architettura
Area
4.000mq
Stato
In corso